nasce a Deruta il 19 gennaio 1930, ultimo di una prestigiosa generazione di ceramisti; egli, infatti, proviene da una famiglia, quella della madre, i Bicchioni, che con altre famiglie di “maiolicari”, è stata attiva a Deruta dal ‘700 a tutto l’800.
Appassionato cultore di storia dell’arte, matura il senso artistico e sviluppa la sua formazione negli anni Cinquanta e seguenti e, con il continuo esercizio e approfondimento delle arti grafiche e con una notevole produzione, elabora risultati che nel tempo, trasferendo questa sua esperienza e tecnica nel lavoro artigianale di pittore delle maioliche, certificherà il superamento del limite rappresentato da produzioni caratterizzate da forme e decorazioni di stile “tradizionale”.
Le sue opere si distinguono – rispetto alla produzione artigianale - sia per la tecnica innovativa nella ricerca di nuovi disegni, forme e decori, sia per il contenuto tematico, frutto sempre di innovativa e fantasiosa espressione artistica.
Poco più che ventenne, inizia il suo processo di formazione nella Fabbrica tra le più attive dei primi del ’900, la Cooperativa Maioliche Deruta, conosciuta come Fabbrica Grande. In questa il suo percorso formativo si perfeziona incontrando anche il pittore ceramista Gino Spini.
Qui realizza interessanti disegni ispirati allo stile dell’artista milanese Nino Strada.
Superati questi anni, dalla Cooperativa Maioliche Deruta passa ad un’altra importante fabbrica: quella della famiglia Volpi. In questa incontra un altro maestro, Gabriele Bicchioni, che lo sosterrà nel suo processo di crescita artistica.
Sono gli anni dello sviluppo economico. Gli anni dove l’economia del territorio è sostenuta da “importanti fabbriche artigianali”, strutture produttive che danno il lavoro al 90% circa degli uomini e delle donne del territorio.
Terminata la sua esperienza lavorativa nella fabbrica Volpi, nell’anno 1962 iniziò un nuovo percorso artistico nella fabbrica “Gialletti Virgilio, Giulio e Prassede”. In questa poté esprimere tutte le sue acquisite capacità professionali con proposte ricche di valore estetico - forme, modelli, decori e stili - lasciando un segno tangibile nei modelli stilistici, anche con riferimento al passato.
Questa esperienza si conclude l’anno 1987 con il suo pensionamento.
Tuttavia, non cessò mai di dedicare il suo tempo a quella passione che lo aveva entusiasmato e che aveva praticato per tutta la vita. Innumerevoli sono le sue opere, la sua vasta produzione spazia da riproduzioni di immagini sacre, in particolare la Vergine Maria e San Francesco d’Assisi, tratte dai più grandi artisti della storia dell’arte, a paesaggi verdeggianti o invernali, nature morte sino a giungere a raffinatissime figure in stile Liberty.
Le opere esposte, tutte di proprietà della famiglia, testimoniano solo alcuni lavori realizzati in una breve parte della sua longeva attività professionale ed artistica che ha ricompreso lavori su tela con colori ad olio, disegni a china con colori ad acquarello fino alle innumerevoli opere su ceramica (vasi, piatti, quadri, pannelli).
Di particolare interesse è La nevicata del ‘56, olio su tela, parte di una più ampia serie, nella quale raffigura uno scorcio della sua amata Valle. Risulta qui evidente come l’osservazione della natura e del paesaggio, fossero per Franco fonte inesauribile di ispirazione e continuo studio.
Franco Lamincia è morto l’8 agosto 2016.
ALCUNE SUE CREAZIONI:
Donna con fiori, ceramica, 54x49 cm
Gli innamorati, ceramica, 52x42 cm
La nevicata del ’56, olio su tela, 52,50x48,50 cm, 1956
Paesaggio innevato, ceramica, 53x42 cm, 1988
Paesaggio, ceramica, 54x43,50 cm, 1990